sabato 4 febbraio 2012

CIO' CHE E' IMPORTANTE SAPERE SULLE LENTI A CONTATTO



La maggior parte delle lenti a contatto viene applicata senza alcuna prescrizione oculistica che invece è richiesta per legge e senza quindi sapere se il paziente è idoneo a portarle o se ci sono delle controindicazioni. Una delle maggiori controindicazioni è quella di avere la pressione oculare più elevata della media, che potrebbe specialmente nei portatori di lenti a contatto morbide causare un ulteriore innalzamento con rischio di glaucoma (malattia che nel tempo porta a sofferenza delle fibre nervose del nervo ottico e nei casi estremi con atrofia delle fibre ottiche e conseguente cecità). Controindicazioni ulteriori possono essere certe forme allergiche e le patologie da mal assorbimento gastrointestinale come gastrite, colite, insufficienza epatica e anche l’ assunzione di farmaci che crea comunque secchezza oculare perchè queste patologie intervengono sulla quantità e sulla composizione delle lacrime, impedendo una regolare lubrificazione dell’occhio e conseguente irritazione, arrossamento, microulcere.


Con la visita oculistica si valuterà la pressione oculare, si eseguirà lo schirmer test (valutazione quantitativa del film lacrimale) e si valuterà esattamente qual è la gradazione adatta delle lenti a contatto perchè bisogna non solo vederci bene ma vederci senza stancarsi sia nella guida dell’automobile che nella lettura prolungata, diversamente l’occhio tenderà ad arrossarsi, diminuendo ancora la tolleranza alla lente a contatto (la lente a contatto dovrà quindi essere ergonomica).
Ogni soggetto quindi può essere un buon portatore o un pessimo portatore di lenti a contatto.
La cornea sulla quale si applica la lente a contatto (che è comunque un corpo estraneo) prende l’ossigeno dall’esterno e quindi anche le lenti gas permeabili diminuiscono l’apporto di ossigeno creando quindi una neovascolarizzazione corneale più o meno importante che rappresenta l’indice di tolleranza delle stesse. Solo l’oculista tramite un microscopio chiamato lampada a fessura è in grado di valutare questo fenomeno e quindi è in grado di consigliare esattamente quante ore al giorno si possono portare le lenti a contatto, tempo che è diverso da persona a persona. Tutti i portatori di lenti a contatto presentano una dilatazione dei vasi sanguigni che penetrano nella cornea per portare ossigeno ad un tessuto che ne riceve poco, con conseguente arrossamento cronico e opacizzazione della parte superiore della cornea. Se questa neovascolarizzazione si dimostra essere importante ed in aumento bisogna diminuire drasticamente le ore in cui si portano o toglierle del tutto. Dal punto di vista estetico l’occhio può essere lievemente arrossato e le palpebre possono essere leggermente gonfie.


Nell’80% dei casi il difetto di miopia e ipermetropia è associato ad astigmatismo: chi porta lenti a contatto morbide non riesce a correggere l’astigmatismo quindi oltre a non vedere benissimo manifesta una certa fatica nella visione con un ulteriore leggero arrossamento dell’occhio, che può contribuire a una diminuzione di tolleranza delle lenti. In questo caso sono consigliate le lenti semi-rigide che correggono l’astigmatismo o le lenti toriche morbide che vanno comunque prescritte dopo che l’oculista ha misurato i parametri corneali che fornisce con una prescrizione medica all’ottico.
Esiste quindi una tolleranza soggettiva ed una tolleranza oggettiva. La tolleranza soggettiva è quella in cui il paziente non avverte alcun disagio nel portare le lenti a contatto anche molte ore più del necessario. Valutando la neovascolarizzazione corneale l’oculista valuta la tolleranza oggettiva consigliando quindi il numero di ore ottimali che il paziente può portarle, per non rischiare come fa la maggioranza di andare incontro dopo un certo numero di anni a rigetto definitivo per intolleranza alle stesse.
Ricordare inoltre che la maggior causa di trapianto di cornea è dovuta a danni da lenti a contatto perché le microulcere corneali dovute a sfregamento continuo della lente a contatto sia sulla cornea che sulla palpebra superiore sono spesso la porta di entrata di infezioni con conseguente opacizzazione corneale più o meno importante, senza talvolta provocare alcun sintomo di fastidio perché la lente a contatto induce una certa anestesia corneale ed il paziente non si accorge dei danni che stanno provocando anche se le sopporta bene. Ai portatori di lenti a contatto si consiglia quindi di farsi controllare da un oculista attento ogni 8-10 mesi per valutare lo stato corneale e farsi consigliare sul numero di ore che è giusto portarle, che è soggettivo per ogni persona e cambia nel tempo.


Statisticamente il 90% dei portatori di lenti a contatto entro 10 anni va incontro a questi fenomeni di intolleranza e deve quindi ritornare a portare soltanto gli occhiali che permettono alla cornea di respirare nuovamente e nel giro di 1-2 anni anche i vasi neoformati si atrofizzano facendo ritornare l’occhio quasi sempre al suo stato normale.
Le persone che non vogliono rimettere gli occhiali hanno la possibilità se non ci sono controindicazioni di eseguire un trattamento soft laser mediante raggi ultravioletti che elimina del tutto l’uso degli occhiali o lenti a contatto nel giro di 20-40 secondi. Trattamento che può essere eseguito in soggetti con difetti di miopia, astigmatismo ed ipermetropia che siano stabili dall’età di 18 ai 70 anni.
Chi ha uno di questi difetti ed ha più di 40 anni e porta quindi già due paia di occhiali potrà spesso eliminarli entrambi con un’ottima visione sia da lontano che da vicino, oltre ad ottenere un buon risultato estetico spianando le rughe del viso perioculari e frontali (effetto lifting).

Per avere ulteriori informazioni consigliamo di consultare il sito internet www.miopialaser.org che noi giudichiamo esauriente e di facile comprensione che aggiungerà altre notizie interessanti per chi è portatore di lenti a contatto.

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